Com’è bella la primavera, soprattutto dove abito io, in campagna. E’ un’esplosione meravigliosa di colori e di luce, è un invito a godersi la vita! Oggi poi fa anche caldo, il sole quasi scotta, è piacevole sentirlo dopo il lungo, grigio inverno.
Grazie al tepore, è piacevole passeggiare perfino di sera, anche se chiaramente a una certa ora rinfresca molto, siamo solo a fine marzo. Così io e la mia dolce metà, a Modena per delle commissioni, non ci facciamo sfuggire l’occasione di una bella passeggiata in centro (qui la primavera si avverte meno, ma fa lo stesso) e di concludere la giornata con una bella cenetta in uno dei nostri locali preferiti. Arriviamo dunque alla Cervetta, è giovedì e molti tavoli sono occupati, soprattutto da persone straniere, anglosassoni. Vedo le loro facce estasiate a ogni boccone, secondo me faticheranno a tornare in patria o almeno ci torneranno con un ottimo ricordo!
Bando alle ciance: salutiamo Stefano, sempre gentilissimo, e ci accomodiamo al nostro tavolo. Non descrivo l’ambiente, ormai credo che tutti su GM lo conoscano bene, dico solo che mi piace: mi piace l’atmosfera intima e tranquilla, che si crea nonostante i tavoli molto vicini, mi piace l’accorto accostamento tra antico e moderno, e ho un debole per i bicchieroni colorati per l’acqua!
Siamo qui per il giovedì gastronomico che prevede un antipasto, un primo a scelta tra due proposte, un secondo sempre a scelta tra due, il dolce, il tutto a 25 euro a testa. Quanto si prende di extra, dall’acqua al vino al caffè, si paga. Noi tra i primi scegliamo un tipo diverso a testa, in modo poi da scambiarcelo e assaggiare entrambi; per il resto, mangiamo le stesse cose. Da bere, una bottiglia d’acqua frizzante (3 euro, non è un po’ troppo?) e un calice di prosecco per me (3 euro), delizioso. Adoro il fatto che vendano anche a calice, diversamente mi limiterei sempre all’acqua.
Coste e un giovane cameriere, molto gentile e competente, si alternano al nostro tavolo con un servizio attento e cortese e le giuste pause.
Arrivano le bevande e un cestino di pane e grissini enormi fatti in casa, una bontà. Poi si comincia col menù.
- 3 fette di salame, accuratamente già spellato, cosa molto apprezzata, accompagnate da 3 pezzettini di gnocco ingrassato: squisiti sia il salame che “il” gnocco, erano pochi e meno male, non saremmo arrivati alla fine della cena altrimenti.
- Tortelloni, di zucca per me, e di gorgonzola e balsamico per mio marito: su un piatto trasparente veramente bello sono adagiati 5 tortelloni di zucca conditi con burro; solo 5 direte, in realtà sono tanto grandi da occupare tutto l’enorme piatto, hanno un bell’aspetto e sono ancor più buoni: pasta spessa il giusto e cotta bene, ripieno dolce ma non stucchevole, molto delicato e gradevole il sapore; avrei solo preferito un condimento diverso, ma è un gusto mio. Assaggio anche i tortelloni di Mauro: anch’essi sono 5, enormi, coperti da un decoro di aceto balsamico tanto bello quanto buono. Il loro sapore è ovviamente più intenso per via del gorgonzola per quanto stemperato dal balsamico e si confermano a parere di entrambi un ottimo primo piatto.
- A seguire non poteva mancare, per entrambi, la famosa cotoletta cervetta. Quando arriva, enorme e splendidamente presentata, strappa uno sguardo di ammirazione alla signora anglosassone seduta accanto a me, la quale mi dice, con italiano incerto “Sembra molto buona”. Indubbiamente lo è: la carne di brontosauro, vista la grandezza, è alta il giusto, tenerissima e cotta alla perfezione; la panatura non è eccessiva, è dorata, poco unta e leggermente croccante, una delizia; perfino la montagna di verdura che la ricopre (rucola, pomodorini e cipolle) condita con aceto balsamico è di mio sommo gradimento.
La terminiamo a fatica ma non rinunciamo al dolce.
- Crem caffè con graniglia all’amaretto di Saronno: una goduria! In una bella coppa di vetro arriva la crema di mascarpone bianco, soffice e dolce il giusto, con alla base una cremina di caffè e in cima una spolverata abbondante di granelli di amaretto. Il mix di sapori è estremamente fresco e piacevole, per quanto sazia l’ho terminato e ho mangiato perfino un po’ del dolce di Mauro che, incredibile a dirsi, aveva alzato bandiera bianca: non potevo certo lasciarlo lì rischiando di dare un dispiacere a Stefano. Ma chi ha detto che si esce dalla Cervetta con ancora fame?! E che durante i giovedì gastronomici la qualità si abbassa? Qui no di certo!!!
Non prendiamo altro e paghiamo un conto di 56 euro totali, ottimamente spesi per la qualità del cibo, del servizio e dell’ambiente. Si riconferma, per me e Mauro, un locale da 5 cappelli..
Imperdibile!!!
[joy]
31/03/2011