34esimo (bel numero il 34, quello del grandissimo K.Schwantz) anniversario di matrimonio dei suoceri (o presunti tali), riceviamo formalmente l’invito a cena quindi accettiamo di buon grado.
Considerata la presenza dl’Umarcin ci presentiamo in pedana abbastanza prestino, verso le 20 circa; a tavola vi è quindi lui, 6 adulti, una ragazzina 11enne.
Il locale è piccolino, ristrutturato ed arredato con sobrio gusto, nulla di pirotecnico ma comunque caldo ed accogliente, noi ci accomodiamo all’interno; vi è anche la possibilità di cenare sotto l’antistante portico, qualche tavolino è già apparecchiato all’uopo.
A far da sfondo la vecchia Torre dell’Orologio tutta acciaccata, incerottata, ponteggi e legni a fargli da zanetta, isolata con le transenne… purtroppo le recenti scosse non hanno risparmiato questa vecchia signora…
La lista dei vini, se non ricordo male, comprende solo etichette regionali, non tantissime, per alcuni può essere un minus ma per il sottoscritto è un plus perché credo che il gestore abbia voluto dare un segno di forte contestualizzazione locale/regionale alla propria attività quindi apprezzo la scelta.
Desiderando un bianco frizzante non impegnativo, la scelta ricade su un Ortrugo frizzante Tenuta Pozzolo: arriva bello gelido, è beverino quindi piace anche alle signore… bene. Nella serata partono anche 3 bocce d’acqua.
Come ouverture non richiesta ma gradita arriva un assaggino di cous cous alle verdure per gli adulti (buono) e un crostino/grissino con prosciutto crudo per i bimby. Anche se sembra un dettaglio insignificante quest’ultima carineria (giusto per usare un termine in voga) è molto apprezzata, soprattutto per chi deve gestire al meglio un figlio vivace in attesa delle portate.
Primi ordinati: 1 tortellini in brodo, 1 strichetti al prosciutto di Modena e piselli, 3 bis di passatelli (formaggio fossa/zafferano e burro/acciughe/tartufo), 1 passatello formaggio fossa/zafferano per la mamma di mio figlio, 1 tagliatella al ragù per il figlio della mamma di cui sopra, 1 passatello pollo/timo/nocciole per me.
Tutti i passatelli ordinati (specialità del locale) sono asciutti, per chi desidera sono comunque disponibili anche in brodo.
Sul passatello asciutto si apre la consueta rubrica storia & memoria: qui addirittura ho il ricordo di mia bisnonna Fernanda che mi propone un mega tartufon di passatelli asciutti tenuti assieme da un vischio di burro e parmigiano, quasi una malta alimentare… profumo e sapore intensissimi che arrivano intatti ad oggi in un angolo del mio Quore (tipo e quantità di cibo ovviamente indicati nelle moderne diete per bambini).
Tornando al mio passatello la scelta si rivela assolutamente azzeccata: cottura perfetta (nel passatello non è così semplice), spiccata personalità di gusto espressa con misurata forza, i gustosi bocconcini di pollo richiamano il sapore del brodo di cottura, nocciole e timo incorniciano elegantemente la preparazione. Veramente ottimo ed equilibrato, bravi.
Caratteristica molto apprezzata dal sottoscritto in quanto indice di sapienza e cura: il sapore è stato ottenuto senza ipercondimenti, molto molto bene.
Unica osservazioncina: porzione non enorme… data la bontà ne avrei gradito volentieri di più (pazienza, la prossima volta si bissa o si trissa).
Assaggio anche le tagliatelle dl’Umaròt in quanto hanno proprio una bella faccia: fatte a mano (la doga xl le fa assomigliare più ad una pappardella che ad una tagliatella) sono molto buone, ragù in abbondanza (sembra quasi ragù alla tagliatella), bello colorito, carico e molto custodito (merce rara), profumo inebriante e gusto intenso. L’Umaròt si tuffa nel piatto ricco mi ci ficco e ne esce ad opera completamente conclusa, rosso ovunque come in un film splatter: visibilmente soddisfatto, è evidente che già capisce anche lui dov’è l’uva bianca…
Contorni e secondi ordinati: 5 patate al forno, 2 porcellini al Sangiovese, 2 filetti alla birra e sale di Cervia, 1 galletto di Nonantola limone e peperoncino per me, il galletto è appropriato per tenere il fil rouge.
Il galletto è costituito da una porzione generosa (mezzo pollo nel piatto), adagiato su un cespuglio di zucchine e carote tagliate per la lunga (direi appena sbollentate) e condite con buon olio a crudo, carne soda e non stopposa, saporita, pelle che si stacca bene dalla carne e quest’ultima dall’osso, non unto… quindi buono. Personalmente preferirei un pelo più di grinta dal limone e peperoncino, che onestamente sento meno rispetto alle mie aspettative.
Per la cronaca la Nòna si dice soddisfatta del suo passatello e del suo filetto, in particolare di quest’ultimo apprezza la qualità della carne ma non è convinta appieno dalla riduzione alla birra, forse un filo dolce per i suoi gusti.
Causa l’impiego di armi di distruzione di massa da parte del Fiòl, abbandoniamo abbastanza in fretta il campo non consumando null’altro (peccato: avevo già messo nel mirino tra l’altro un Sangiovese Aulente… sarà per la prossima).
Per il discorso del conto a cranio va debitamente considerata la presenza dei bimby (vedasi porzioni consumate), ritengo quindi che la cifra sia adeguata ed il rapporto qualità/prezzo conveniente.
Una curiosità finale: nella mia consueta attività di stalker curiosone noto una certa soddisfazione nel volto della chef durante le operazioni, quasi un compiacimento. Non so, forse è solo un’impressione di un visionario, ma la passione e la sicurezza nel proprio lavoro che ho personalmente notato in questa giovane ragazza aggiunge quel mattoncino in più per la soddisfazione del cliente.
Da ritornarci, sicuramente, magari con un po’ più di calma per assaporare altri invitanti spunti gastronomici.
Consigliatissimo!!
[carolingio]
26/07/2012
Ma... no par savèr i tò afari... i suoceri presunti tali fanno 34 anni di matrimonio, e la Vciàza? C'è qualcosa che non mi torna...