Quando mi immergo nelle stradine del centro storico, per andare a pranzo o a cena, mi sembra sempre di respirare aria di festa. Se poi si è a due passi dal magnifico spettacolo di Piazza Grande non si può fare a meno di considerare l'occasione come uno di quei momenti da ricordare.
Come sempre carico di emozioni positive, e con la splendida compagnia di mia moglie e un nostra amica, abbiamo deciso che questo era il posto giusto per mangiare, stare in compagnia e sentirsi nel “ventre” di Modena.
Il locale è in Via Cervetta, la prima traversa che, partendo dal cuore della città , unisce Via Francesco Selmi a Corso Canalchiaro. Antiche scritture sulla storia degli ebrei a Modena riportano la presenza, nell'attuale sede della Trattoria Cervetta e del vicino albergo, di una “ ...cantina di acqua vita…” (grappa) e all'angolo tra via Cervetta e Francesco Selmi, sempre secondo le stesse testimonianze, pare vi fosse una piccola sinagoga. Infatti, da documenti della metà del 1700, relativi a lasciti e conversioni, si impara che l'isolato era di proprietà della famiglia ebrea dei Sanguineti, quindi un luogo presumibilmente già allora deputato al commercio e alla ristorazione.
L'Antica Trattoria è alquanto nascosta, e molto opportunamente un cartello all'angolo con via Selmi ne segnala la presenza. L'interno non è molto spazioso, tipico di un centro storico, ma accogliente e ben arredato, adatto ad ogni circostanza. I bagni sono moderni, confortevoli e ben tenuti.
Trattandosi di un pranzo, abbiamo deciso di saltare gli antipasti, anche perché volevamo arrivare sino al dolce senza affanno.
Come primo ho ordinato tortelloni con gorgonzola e aceto balsamico. Mentre le mie commensali tortelloni di zucca burro e salvia.
I tempi di attesa sono stati piuttosto brevi, anche in considerazione del fatto che vi erano altri tre tavoli per un numero complessivo di altre dieci persone circa.
Il mio piatto è risultato subito molto invitante, ben presentato, con righe a scacchiera di aceto balsamico ad ornare tortelloni ben ordinati e ricoperti di gorgonzola fuso… Confesso che ho esitato un po' prima di “disfarlo”, ma non me ne sono pentito .
Naturalmente ho assaggiato anche i tortelloni di zucca, realizzati secondo la ricetta che propone anche mia suocera (tipica massaia modenese d'un tempo), con ripieno a base di zucca, parmigiano e noce moscata, senza amaretto.
Entrambe le portate di buona qualità , anche se li avrei lasciati cuocere ancora un pò.
Abbiamo continuato con due secondi identici: bocconcini di filetto con pancetta e verdurine sott'olio e due porzioni di patate al forno, avendo deciso le mie due accompagnarici che avrebbero fatto a metà . Naturalmente non ho molto apprezzato la loro scelta, dal momento che trattandosi della stessa pietanza non avevo scuse per un assaggio… solo per completezza d'informazione s'intende .
Carne molto tenera, in un gustoso intingolo a base di salvia e rosmarino, mentre non ho apprezzato molto la presenza delle verdurine sott'olio. Alcune molto impregnate di aceto e in ogni caso, a mio giudizio, un accostamento poco felice.
Le patate al forno, profumate al rosmarino e rigorosamente a pasta gialla, si sono rivelate impeccabili di cottura e saporitissime, tanto che avrei quasi rinunciato al dolce per ordinarne altre due porzioni. Altra nota positiva il pane, davvero fresco e molto buono.
Non avendo intenzione di bere molto, ben sapendo che le signore non sarebbero state molto “solidali”, ho sorvolato sulla carta dei vini, apparsa comunque interessante e ben fornita, ordinando del lambrusco in caraffa che, compatibilmente con il tipo di scelta, è risultato niente affatto male, sicuramente il miglior lambrusco in caraffa che abbia mai bevuto.
Abbiamo terminato con due porzioni di frappe e una zuppa inglese, dolci molto ben preparati. Il gestore della sala, mi ha poi gentilmente offerto un assaggio di torta di ricotta, visto che avevo manifestato una certa indecisione nella scelta tra zuppa inglese e torta di ricotta.
A parte qualche piccola insoddisfazione l'esperienza è stata sicuramente positiva, con un conto finale di 86 euro in tre.
Solo un modesto consiglio al gestore del locale, peraltro cortese ed efficiente: di essere più comunicativo, perché credo che sia interesse del ristoratore, come succede sempre più spesso, chiedere se il cliente è contento, se va tutto bene, se le pietanze incontrano il suo gradimento. In questo modo si costruisce anche un clima di maggiore fiducia e reciproca considerazione.
Con qualche piccola miglioria in futuro i cinque cappelli non possono che essere pienamente meritati.
06-01-2008 - [g.falconline]
Consigliatissimo!!
[sangerronelmondo]
07/01/2008