Pranzo di Natale.
Giornata sempre molto difficile, quando si decide di pranzare al ristorante il giorno di Natale, si sa cosa si lascia, in senso gastronomico, ma non si sa cosa si trova, anche se il locale scelto è supercollaudato.
Chi scrive proviene da una famiglia che ha nella tradizione natalizia, una cultura culinaria radicata nel tempo, dove le madri o le mogli, preparavano e preparano banchetti luculliani specifici per questa festa, rispettando le tradizioni del territorio di provenienza.
Il ristorante non è casa nostra, ma le aspettative rimangono sempre alte nella speranza di trovare quel posto che ti faccia mangiare come a casa tua. Ma allora perché non sto a casa mia? Semplice la risposta: per non far lavorare troppo e cucinare, chi di turno si troverebbe dietro i fornelli, che come ben sappiamo, non finisce solo dopo le varie preparazioni.
La scelta questo anno cade sulla trattoria Secchia di Concordia, ormai supercollaudata da altre mie visite e ben recensita.
Il menù questa volta è diverso. Ci fanno trovare come segnaposto un foglietto legato con un piccolo nastrino natalizio, dove sono scritte le voci delle portate; un solo antipasto, diversi primi, alcuni dei quali della tradizione, alcuni secondi e dolci
Appena seduti Fabrizio, uno dei titolari, stappa una bottiglia di franciacorta Monterossa prima cuvée brut, eccellente, perlage sottile, delicato, ben persistente che riempie la bocca; niente a che vedere con i vari nomi altosonanti che siamo abituati a vedere sugli scaffali dei supermercati. Decidiamo di continuare con lo stesso vino fino ai secondi.
In sequenza arrivano le pietanze scelte:
Antipasto “trattoria secchia”
composto da salame, culatello e Parmigiano con mostarda:
eccellente il salame, tenero che si scioglie fra lingua e palato senza forzare le mandibole, ottimo il culatello, così la mostarda, piccante quanto basta, che come al solito ben si accompagna con il Parmigiano.
Primi piatti.
Cappelletti in brodo:
il brodo tradisce l'aspettativa, così anche i cappelletti, insapore il brodo e anonimi i cappelletti, privi di quella gioiosità che fanno di questo piatto, “la tradizione”.
Crepes con prosciutto e fontina: molto buone con pasta morbida e saporita.
Per ultimo, gnocchi con funghi, spek e taleggio; poco amalgamati e con troppo taleggio fuso a spasso nel piatto
Secondo.
Una sola fetta di cotechino con lenticchie a testa e due porzioni di stinchetto di agnello al forno da dividere in otto
Ottimo il cotechino, con all'interno arrotolata, una fetta di cotica ben cotta e tenerissima: è la prima volta che vedo una tale preparazione, complimenti.
Le due porzioni di stinco, non ottengono il successo sperato: carne troppo asciutta, insipida, e con il classico gusto di selvatico, è rimasto tutto nel piatto. Un giovane morellino di scansano ha fatto da accompagnatore.
Dolci.
torta cioccolatino con crema all'arancio
torta greca con crema al mascarpone
sbrisolona mantovana con zabaione, apprezzati tutti e accompagnati con l'immancabile Pedro Ximenez e bollicine di Valdobiadene.
Il servizio come sempre, molto cordiale e presente.
Prezzo pagato 43 € a testa, troppi per la scarsa qualità del cibo.
Come scritto all'inizio, giornata difficile, ma la cura e la preparazione del cibo non deve essere trascurata.
Valutazione sicuramente negativa, ma che non mi fa cambiare la positiva opinione che ho di questa trattoria e sulle capacità di Fabrizio e Samuele nel difficile universo dell'enogastronomia
Buono
[GROG]
30/12/2008
Scherzi a parte, l'anno prossimo a Natale regali la lavastoviglie a tua moglie, poi l'aiuti a cucinare (invece di assiderarti in bicicletta per la bassa) e le giuri che dopo spaviri tutto tu. Così risparmi, mangi meglio e rispetti le tradizioni...
Volevo sapere che ripieno avevano i cappelletti.... come dovresti sapere non sono una specialità modenese, bensì parmigiana.