Pranzo del Lunedì in albis: al tavolo, tondo ed ampio, siamo in otto ed io, a tradirmi occhi neri come la pece, sono il solo non modenese. Con abile mossa strategica siedo vicino a mio suocero Ardilio, fiero talebano padano, in senso gastronomico s'intende , perché so già che rinuncerà a tutto ciò che non sa di maiale: non sarò mica un falcon predatore per niente…
Dall'ampia vetrata si intravede, in più file, un meraviglioso ripetersi rosa di alberi di pesco. La casa colonica ristrutturata è accogliente, arredata con gusto, e periodicamente presenta delle mostre d'arte. Una bella aia la precede, ottima risorsa per una accoglienza tra la natura nelle calde giornate estive.
Al nostro arrivo Emer, che insieme alla moglie Anna gestisce con gentilezza ed evidente passione l'agriturismo, ha salutato tutti con simpatia e fare confidenziale. Conosce i Lugli di Soliera da decenni, mio cognato Marco1960 in particolare. Prima alle scuole, pantaloncini corti, poi insieme ad incrociare le reciproche e diverse vicende della vita, perché nei paesi non ci si perde mai di vista, e se mai dovesse accadere c'è sempre qualcuno che ti dice qualcosa, ti tiene informato.
Oggi le strade convergono, noi al tavolo per godere appieno di una giornata di festa, e lui a prendere le ordinazioni e proporre il frutto del lavoro che ha scelto per se e la sua famiglia.
“Come antipasto abbiamo preparato degli assaggi di varia natura: frittatine, gnocchini con salumi, formaggi con mostarda…”. E' Emer che parla. “I salumi sono di nostra produzione” aggiunge subito dopo.
Alle sue parole, neanche l'usata conoscenza produce un grande effetto, eppure la proposta per l'antipasto è allettante, stuzzica l'appetito, ed in coerenza con lo spirito dell'agriturismo propone prodotti di produzione propria.
L'idea di una partenza soft non è nelle intenzioni di nessuno, neanche della dolce Tanya, mi rendo conto che si fa sul serio… Ecco che giunge la decisione, unanime, portavoce Marco1960: “come antipasto prendiamo dei tortellini in brodo”! Poi a seguire tris di primi!
La circostanza è buffa, ma l'entusiasmo sale: tortellini come antipasto! Questa la parola d'ordine.
Un lampo illumina la mia memoria, riportando alla luce un fantastico ed irripetibile episodio, quasi dimenticato, di venti anni fa. Siamo nel 1990 e una delegazione sportiva di scacchisti dell'allora Unione Sovietica giunge a Modena, completa di commissario del popolo. ”Tipico burocrate di partito” mi dicono, i tempi sono cambiati e non temono di farsi sentire. Io sono la loro guida e il loro interprete, unica interfaccia con la cosa che sembra attirarli di più: i ristoranti!
Spiego loro con cura il nostro modo di mangiare, e la suddivisione tra primi e secondi sembra interessarli molto. Sono orgoglioso di aver attratto la loro attenzione e sicuro di me, con il mio numeroso seguito, affronto un disorientato cameriere che elenca il menù e resta in attesa di una risposta. Mi rivolgo allora al gruppo, riporto tutto, e chiedo di scegliere un primo ed un secondo. Ho tutti i loro occhi addosso ricchi di aspettative, quando in un discreto italiano li sento annunciare in coro: primo birra, secondo vino!
Vada allora per i tortellini come antipasto!!
L'agriturismo non propone menù unici precostituiti, una scelta da me molto apprezzata, ma si può scegliere tra quattro primi, ci dice Emer (di solito sono di più). Ma come dicevo qui si fa sul serio, davvero, e piuttosto che scegliere tra quattro primi, decidiamo di prendere tutti e quattro i primi !
In breve tempo due belle e capaci zuppiere fumanti fanno la loro comparsa sul tavolo. Tortellini fatti rigorosamente a mano, sapore eccellente, cottura al dente, che cospargo di ottimo parmigiano reggiano grattugiato. Il buon brodo caldo vizia i nostri palati e rinvigorisce la fame, il sole ancora non ha fatto capolino e la giornata, seppure non fredda, regala ancora un cielo dominato dai toni grigi, adatto al piatto in brodo.
Finalmente arrivano i primi! Il tris inizia con tortelloni di ricotta e spinaci conditi con burro e salvia, gustoso sia il ripieno sia il condimento, valorizzato ancora una volta dall'ottimo parmigiano reggiano servito al tavolo al nostro arrivo.
Seguono i tortelli con radicchio, un abbinamento che attrae sempre la mia curiosità , appassionato come sono di verdure cotte amare, e che anche in questo caso non mi ha deluso.
Per finire maccheroni al pettine con un ragù di salsiccia che ho trovato davvero molto buono, ben colorato di rosso pomodoro, a rendere giustizia ai miei occhi e al mio palato di certi ragù smorti ed incolori che di tanto in tanto mi procurano atroci sofferenze mediterranee…
Tutta la pasta, a giudizio unanime delle resdore presenti al tavolo, è fatta a mano. Per ciascuna portata sono stati serviti due vassoi, che alla fine sono risultati utili a comporre quantità per niente minimaliste, proprio come ci si aspetta da un agriturismo.
Anche per il secondo confermiamo la linea di condotta adottata, tutte le pietanze proposte alla carta vengono richieste al tavolo: tagliata di manzo, filetto di maiale all'aceto balsamico, galletto alla brace e agnello al forno. Tutto molto buono ed abbondante, ma una menzione particolare va all'agnello, tenero e gustoso come mai mi era capitato di mangiare.
Il secondo è stato accompagnato da ottime patate al forno, profumate con aglio e rosmarino.
Da bere lambrusco di sorbara “Unico Selezione”, prodotto di punta dell'Azienda agricola Barbanti Denis di Sorbara di Bomporto, un lambrusco rosso rubino tenue gradevolmente acidulo, davvero un buon sorbara. Purtroppo il mio lambrusco favorito, il grasparossa “Monovitigno” della fattoria Moretto era terminato e così è stato servito del grasparossa della cantina di Santa Croce di Carpi, che si è ben difeso.
Visto che avevamo caratterizzato il nostro pranzo con una precisa linea di condotta riguardo al menù alla carta, decidiamo di non perdere la faccia proprio con i dolci, così ordiniamo un assaggio a testa per tutti quelli che ci erano stati proposti.
A parte il bensone con la marmellata, che a differenza di mio suocero io non gradisco particolarmente , ho affrontato senza timori reverenziali nell'ordine: torta di ricotta � eccellente, torta di cioccolato � eccellente, tiramisù con mascarpone e savoiardi al caffè � sublime.
Purtroppo quest'ultimo era così abbondante che uno dei due generosi zuccotti serviti è rimasto in buona quantità nel piatto… ancora ne soffro!!
Per accompagnare i dolci abbiamo preso un moscato doc frizzante delle Cantine Volpi di Tortona, dolce e aromatico, che ha fatto particolarmente entusiasmare le signore, presenti in maggioranza al tavolo.
Conto finale di 40 euro a testa, un prezzo assolutamente giustificato dalla qualità e dalla quantità del cibo servito.
Un grazie a mia moglie Mira valida compagna di tavolo e assistente alla guida , ai miei suoceri Ada ed Ardilio che hanno generosamente offerto il pranzo… a quando il bis e il tris?
Imperdibile!!!
[carolingio]
06/04/2010
Bella recensione Falcon! Hai un modo di scrivere delicato che mi piace!
Però eh... mi raccomando un'altra volta... lenti a contatto azzurre e fazzoletto verde nel taschino... ahahahah...
A te che piace la musica, suggerisco la visione de "Il concerto", se non l'hai già visto (è uscito da pochi mesi), con una stigmatizzazione dei funzionari di partito ai tempi di Bresnev e un grandissimo Tchaikovsky, in particolare un pezzo di violino eseguito da uno zingaro, meraviglioso...!