Continua il nostro tour del martedì sera (nostra serata di chiusura) alla ricerca di nuovi ristoranti dai quali cogliere spunti interessanti. La nuova politica del collega deontologicamente corretto è “si recensisce solo se i cappelli sono almeno 3, altrimenti niente”. Ed ecco che dopo un paio di esperienze negative riusciamo finalmente a scrivere un'altra recensione del mercoledì. Ormai la scelta del locale è facile. Si apre Gustamodena, si guardano le ultime recensioni dei recensori “più attendibili” e si sceglie: Osteria Antico Borgo. Andiamo! Evitiamo la tangenziale e decidiamo di arrivare ad Albareto vivendo un po' Modena; ci capita di rado, e la mia Compagna, cittadina e conoscitrice di ogni angolo di modenesità è il mio speciale navigatore: la giardini, il direzionale, il gallo, i viali, muratori, lo storchi, il cavalcavia e arriviamo. Il “parcheggio” non è il massimo, a ridosso di un incrocio e proprio sulla strada (mezzo metro di culo di macchina la occuperà per il resto della serata). Ci fanno accomodare. Locale accogliente e caldo, da Osteria, come piace a noi. Partiamo con 2 fette di pancetta piacentina esaltante per come si scioglie in bocca e per il sapore accattivante. L'accompagniamo con un po' di pane, classico comune di dimensioni ridotte, niente di chè, unico neo della serata. L'oste si avvicina e declama tutti i piatti spiegandoci ingredienti e preparazione. La cosa è molto gradita anche se a mio parere sarebbe stato bene fosse da supporto del menù cartaceo, che non vedremo, ma ad integrazione dello stesso, almeno giusto per verificare i prezzi. La lista dei vini invece a nostra richiesta ci viene portata: esauriente, ampia, da divertirsi. Scegliamo un Franciacorta Rosè Monte Rossa, ottimo compromesso tra le bollicine e la struttura delle uve chardonnay e pinot. Arriva anche una bottiglia d'acqua e soprattutto i primi: tagliatelle con il culatello, perfette per consistenza, cottura e sughetto bianco di culatello accompagnato da abbondante parmigiano, e degli strigoli con pancetta pomodoro e pecorino in una felice rielaborazione dell' amatriciana. Le prime chiacchiere tra una portata e l'altra con l'oste sono piacevoli. Quando poi ci mettiamo a disquisire del nuovo menù che vorremmo proporre in Hosteria, appuntandoci alcune considerazioni su un foglietto, la curiosità dell'oste verso di noi aumenta. Vista la nostra voglia di trovare una cotoletta da poter proporre cerchiamo di cogliere qualche spunto e dunque l'ordinazione è d'obbligo. La delusione è solo nel trovarne una versione molto classica, già vista in altri locali, con rucola, pomodori e cipolla. Il piatto però è squisito. La carne è rigorosamente di maiale, non sottilissima, l'impanatura perfetta la rende morbida e delicata ma al tempo stesso croccante. Non traiamo spunti per poterne proporre anche noi una alternativa (a questo punto se qualche Gustamodenino ha delle idee a riguardo sono ben accette) ma ce la godiamo ugualmente con piacere. Arriva il momento dei dolci e anche di togliere qualche curiosità all'oste; ci presentiamo come colleghi e da quel momento il suo atteggiamento passa dalla professionalità conviviera informale a una più diretto approccio. La considerazione che ci viene mostrata ci lusinga da neofiti e scioglie le nostre remore nel dichiararci pubblicamente per il nostro mestiere (più della mia socia che mie per la verità ). Scegliamo i dolci: budino di latte di mandorla per lei (che mangerò io) e mascarpone con amaretti per me (che mangerà lei). Ottimi entrambi con un punta di eccellenza per l'abbinamento tra il dolce del budino e l'amarognolo del chartreuse: fantastico. La discussione procede. Il nuovo tema è: il settore della ristorazione nel momento di crisi che stiamo passando. Dopo diverse disquisizioni la chiosa dell'oste è da manuale: “non mi lamento tanto per le presenze, che al limite non sono neanche calate. Ã? il fatto che noi guadagniamo con i suppellettili, e invece la gente beve sempre meno, evita più spesso il dolce, non parliamo dei liquori o della bottiglia a fine pasto; su un prèm e un secà nd sa vòt c'agh guadagna !?” Non fa una piega. Intanto fra una chiacchiera e l'altra ci viene offerto un passito molto delicato e piacevole. Sarebbe ora di andare. Ci avviciniamo al bancone e prima di riuscire a pagare (80 euro in 2) altre chiacchiere su quel locale, e sull'altro, e il centro, e invece qua, noi in questo momento non siamo contenti e voi che avete cominciato nel periodo peggiore che mi ricordi non potete che migliorare. Faccio presente che noi in realtà ci faremmo la firma a proseguire com'è cominciata, poi oh, c'è sempre spazio. Qualche ricordo sui ristoranti dei rispettivi genitori e a nanna. Piacevolissima serata e ottima mangiata. Al prossimo martedì degno di nota.
Consigliatissimo!!
[carolingio]
27/10/2010
Io non ti conosco e non so che locale gestisci, ma apprezzo la tua volontà di recensire la concorrenza solo se i cappelli sono almeno 3
Ho visto che in passato hai dato anche un paio di due cappelli, ma va beh, insomma, mi sembravano comunque sufficientemente motivati.
Bene!